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GDO, boom nei consumi ma inflazione e caro prezzi fanno paura.

GDO, boom nei consumi ma inflazione e caro prezzi fanno paura

La nostra rassegna delle ultime notizie sulla grande distribuzione organizzata. L’indagine di Altroconsumo sulle insegne meno care, il boom dei consumi (e del caro prezzi).

 

L’indagine annuale sui prezzi della grande distribuzione effettuata da Altroconsumo individua – tra super, iper e discount – le insegne meno care a livello nazionale (per una spesa con i prodotti più economici, ma anche di marca, con il marchio del distributore e mista). Non solo. Con questa indagine è possibile anche indicare, con tanto di indirizzo, il punto vendita più economico, tra tutti i supermercati e gli ipermercati visitati in 67 città. Spoiler: la convenienza della spesa vede ancora forti disparità tra Nord e Centro-Sud, seppur con alcuni passi avanti. 

 

L’inflazione galoppa e sfiora il 10%, ma la distribuzione italiana segna un +5,38% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.  La rilevazione NielsenIQ disegna una situazione omogenea lungo la Penisola: tutte le macro-aree del Paese chiudono infatti la settimana in positivo.

 

I dati di NielseQ trovano conferma in un’altra indagine, quella dell’Osservatorio permanente sull’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento e retail non food, elaborato da Confimprese-Ey. Il report evidenzia l’andamento positivo delle vendite nel mese di luglio 2022, che chiude a +5,1% rispetto a luglio 2021 e mostra un avvicinamento ai livelli di consumi pre-pandemia. Nei settori merceologici corre la ristorazione, che nel mese di luglio 2022 raggiunge +9,7% rispetto a luglio 2021. In sofferenza il retail non food, che chiude a -4,6%. La battuta di arresto del segmento, dopo i buoni andamenti durante la pandemia, si lega al ritorno a un consumo fuori casa più ampio, con la riduzione dell’acquisto di beni legati all’arredamento e alla cultura.

 

La Gdo subisce in maniera importante i nuovi rincari, in particolare quelle realtà fatte di punti vendita di dimensioni più ridotte e che incentrano la propria offerta sui prodotti freschi e freschissimi. È il caso, ad esempio, di Unes, che nel canone energetico di luglio ha visto un rincaro del 196%, racconta l’AD Rossella Brenna, aggiungendo che diversi punti vendita sono a rischio chiusura, se il trend rimarrà quello visto sinora. Per tamponare la situazione si stanno mettendo in campo “soluzioni quick and dirty” per ridurre i consumi e cercare di non aumentare i prezzi al consumo.